Di recente mi è capitato sotto gli occhi un progetto discutibile.
Tutto ha avuto inizio quando uno dei fondatori di un’azienda di nome Dubai Mining mi ha contattato per una consulenza.
Tuttavia, quando ho fatto presente che avrei verificato la legalità del loro progetto e il rispetto delle leggi italiane, hanno rifiutato di avviare la collaborazione, cercando di giustificarsi con la scusa di spostare i costi della consulenza in un secondo momento.
In realtà, ciò che vogliono fare in un secondo momento è ciò che la legge italiana impone come prima cosa: l’acquisizione di tutte le licenze necessarie per operare in Italia.
Questo episodio mi ha fatto riflettere sulla serietà del progetto.
Ho deciso quindi di attivare i miei consulenti e analizzare comunque l’azienda per scoprire di più.
Analisi dell’azienda Dubai Mining.
Dubai Mining si presenta come una concorrente diretta di Swag, ma in realtà è solo una copia di questa azienda.
Il suo core business è il noleggio di apparecchiature per il mining di criptovalute.
Tuttavia, ciò che solleva le maggiori preoccupazioni è che l’azienda ha sede a Dubai e non ha alcuna licenza o presenza fisica in Italia, nonostante sia stata fondata da cinque italiani.
Consultando la visura camerale, leggiamo che l’azienda è stata registrata come impresa presso la camera di commercio di Roma, sotto il nome di “DBM Italia SpA”.
Una SpA, che però ha come capitale sociale solo 50 mila euro.
Un po’ poco, per poter sostenere i flussi di cassa di un’attività cash intensive come quella del mining di Bitcoin.
L’indirizzo registrato è:
Via Alessandria, 129.
Un numero civico a cui risulta registrato un affittacamere.
Non sono presenti numeri di telefono.
Nemmeno sul sito ufficiale dell’azienda.
Dove, altro problema, in palese violazione della normativa italiana, risulta menzionata solo una generica sede negli Emirati Arabi:
Nella pagina contatti, è menzionata solo una mail:
Le leggi italiane sono chiare sulla trasparenza dei siti Web.
Evidentemente, anche questi dettagli sono trascurabili, per i Fondatori dell’azienda.
I rendimenti promessi da Dubai Mining appaiono inoltre totalmente irrealistici, quindi il loro unico obiettivo è reclutare persone inesperte nel settore.
Ma lo vedremo fra poco.
Primo segnale di allarme: solo top reclutatori di boccaloni.
Un primo segnale di allarme è dato dal fatto che hanno stretto accordi, inclusi accordi di riservatezza (NDA), con alcuni tra i principali reclutatori di gonzi e boccaloni in Italia.
Questo dimostra che il loro vero obiettivo è reclutare persone che non hanno conoscenze nel settore e che possono essere facilmente tratte in inganno da promesse irrealistiche.
Personaggi chiave.
Uno dei personaggi chiave di Dubai Mining è il loro CVO, Chief Visionary Officer, Omar de Tommaso.
È interessante notare che Omar de Tommaso è noto per essere stato coinvolto in schemi di reclutamento di massa in altre aziende più o meno legali come Jeunesse, promuovendo l’autoconsumo mensile per migliaia di euro comodamente da Dubai.
Egli è infatti diventato noto nel settore come top promoter di network discutibili come:
- Organo Gold, sanzionata in Italia per Schema Piramidale;
- Jeunesse, che ha patito ben quattro class action in USA con l’accusa di Schema Piramidale, finendo poi per fallire ed essere ceduta;
- FVP Trade, truffa vietnamita sorta e fallita in pochi mesi.
Addirittura il De Tommaso era solito vantarsi dei milioni raccolti per FVP Trade, con i “colleghi” networker.
È difficile credere che una persona che non sia in grado di distinguere una frode piramidale da una vera opportunità di network, possa essere il CVO di un’azienda come Dubai Mining.
Secondo segnale di allarme: Promesse irreali.
Come puoi vedere dalla slide, l’azienda nella sua comunicazione ufficiale promette rendimenti irrealistici.
Nessuna azienda seria si spingerebbe fino a tanto, vista l’incertezza attuale nel mercato delle cripto, dovuto anche per larga parte all’incertezza negli Stati Uniti.
La verità su Dubai Mining.
È importante chiedersi se Dubai Mining sia legale in Italia.
Attualmente, l’azienda non è registrata come operatore per le valute virtuali nella sezione speciale del registro dei cambiavalute (OAM), che è obbligatorio per chiunque intenda operare in Italia.
Nonostante ciò, Dubai Mining sta già raccogliendo investimenti da risparmiatori privati non solo italiani, ma in tutta Europa, senza avere alcuna autorizzazione o licenza.
Poiché assente dal sito dell’OAM, Dubai Mining risulta ad oggi operare senza licenze in Italia.
Fonte: OAM
Società e fondatori di Dubai Mining.
Oltre a Enrico Mariti, ex Promoter Chogan (azienda che vende profumi “equivalenti”) un altro personaggio che compare tra i fondatori di Dubai Mining è Ivan Calligaris, direttore generale dell’azienda.
Tuttavia, Ivan Calligaris è finito nei guai con la Guardia di Finanza per evasione fiscale, nel 2019.
Un articolo su “Latina Oggi” riporta che Ivan Calligaris, commercialista di 49 anni, è stato coinvolto in una frode per evitare il pagamento delle imposte.
Questo solleva più di qualche dubbio, sulla credibilità e l’integrità dei fondatori di Dubai Mining.
Leggiamo infatti nell’articolo:
Iva evasa, paga il commercialista dell’azienda.
Latina – Sequestro di beni e conti correnti per oltre un milione e mezzo di euro a carico di un professionista di 49 anni[…]
Al centro dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, è finito Ivan Calligaris, commercialista latinense di 49 anni, considerato dagli inquirenti quale fautore della frode compiuta da un’azienda per evitare il pagamento delle imposte, o meglio compensare i debiti Iva attraverso la creazione di crediti altrimenti inesistenti.
Fonte: Latina Oggi
Copertura mediatica dubbia.
Un altro aspetto che solleva ulteriori preoccupazioni riguarda la copertura mediatica di Dubai Mining.
Gli unici articoli disponibili online sui fondatori o sull’opportunità offerta sono tutti articoli a pagamento, dal testo simile o identico, apparsi contemporaneamente su diversi siti web.
Questo è un segnale d’allarme che non dovrebbe essere trascurato.
La mancanza di articoli o notizie indipendenti su Dubai Mining può far sorgere dubbi sulla sua credibilità e sulla trasparenza dell’azienda.
Promotori di Dubai Mining in Italia.
Tra i promotori di Dubai Mining in Italia ci sono vari individui con precedenti in altri schemi piramidali crollati, aziende sanzionate e illegali in Italia.
Tra cui spiccano:
- Omar De Tommaso, CVO dell’azienda, ex Organo Gold, ex Jeunesse, ex FVP Trade.
- Giovanni Valenti, ex Organo Gold, ex Jeunesse e ex IM Mastery Academy.
- Alex Herciu, ex Organo Gold, ex Pruvit e ex iBuumerang.
- Carlotta Mondelli, ex BE.
- Elia Bicocchi, ex Lyconet, ex Jeunesse e ex BE.
- Tommaso Aloisi, ex Organo Gold e ex Pruvit.
Ben lungi dall’affermare che siano truffatori, è evidente che questi individui non riescano a distinguere una vera opportunità di network marketing da uno schema piramidale.
La confusione che mostrano nei loro messaggi è un ulteriore segnale di allarme.
Conclusioni
In conclusione, Dubai Mining sembra essere un’ennesima azienda problematica nel panorama delle criptovalute italiane.
Consigliamo di stare alla larga da questa opportunità, per evitare di essere associati ad individui di dubbia capacità valutativa, quando si tratta di distinguere tra schemi piramidali e reali opportunità di network marketing.
Come si suol dire, “networker avvisato, mezzo salvato”.
Non lasciarti ingannare da promesse irrealistiche e da personaggi discutibili.
Investi il tuo tempo e i tuoi soldi in opportunità legittime e affidabili.
La cautela e l’informazione sono fondamentali per proteggere te stesso e il tuo futuro finanziario.
Domande frequenti
1. Dubai Mining è una società legale in Italia? Attualmente, Dubai Mining non è registrata come operatore per le valute virtuali nella sezione speciale del registro dei cambiavalute (OAM), pur avendo da aprile una sede in Italia.
Quindi, non ha le autorizzazioni necessarie.
2. Chi sono i fondatori di Dubai Mining? I fondatori di Dubai Mining includono fra gli altri Enrico Mariti, ex Promoter Chogan, e Ivan Calligaris, che è stato coinvolto in un caso di evasione fiscale.
3. Dubai Mining ha ricevuto copertura mediatica indipendente? Al momento, non ci sono articoli o notizie indipendenti su Dubai Mining, solo articoli a pagamento apparsi contemporaneamente su diversi siti web di dubbia autorità.
4. Quali sono i promotori di Dubai Mining in Italia? Tra i promotori di Dubai Mining in Italia ci sono Omar de Tommaso, Elisabetta Evangelista, Giovanni Valenti, Alex Herciu, Carlotta Mondelli, Elia Bicocchi e Tommaso Aloisi, molti dei quali hanno un passato nella promozione di schemi piramidali.
5. Dubai Mining è un’opportunità affidabile? Le promesse irrealistiche e i dubbi legati alla legalità e all’integrità dell’azienda e dei suoi fondatori, rendono consigliabile evitare l’opportunità offerta da Dubai Mining per proteggere il proprio denaro e il proprio futuro finanziario.