Come avevamo annunciato sul nostro gruppo Facebook, e accennato nella nostra recensione, anche Jeunesse è ufficialmente da tempo sotto accusa in USA, per schema piramidale.
Riassumiamo in breve.
- Tutto è iniziato a Luglio 2016, con l’ennesima class action con accuse di schema piramidale nei confronti di Jeunesse (la quarta in meno di 4 anni).
- A Marzo 2017 Jeunesse ha respinto le accuse.
- A Settembre 2017 la faccenda è finita in tribunale.
- A Ottobre 2017 è stata inoltrata una denuncia modificata, che ha ri-presentato accuse simili.
- A Luglio 2018 Jeunesse ha presentato una richiesta di accordo tra le parti, per non finire in giudizio.
- Ad Agosto 2018 la richiesta di accordo è stata ufficializzata: i querelanti avrebbero ricevuto rimborsi per gli importi pagati sui kit di avvio, oltre a un rimborso del 50% sui prodotti non rimborsabili da contratto, perchè scaduti o non rivendibili.
- A Settembre 2018 il giudice ha approvato il preliminare dell’accordo.
- L’8 gennaio 2019 si dovrebbe tenere l’udienza conclusiva per stabilire gli importi, e verrà resa pubblica la faccenda.
L’opposizione di TINA.org
Ora, l’associazione per la tutela dei consumatori Trurh in Advertising, che stava seguendo direttamente la causa, ha rilasciato un comunicato in proposito, in cui si oppone all’accordo.
Ecco quanto possiamo apprendere dal loro comunicato (fonte: Un [cattivo accordo] con Jeunesse)
Tra luglio 2016 e agosto 2018, Jeunesse, un ‘azienda che vende prodotti per la cura della pelle e integratori con il sistema del network marketing, e con sede in Florida, ha subito la notifica di quattro cause legali ad azione collettiva (class action), che accusavano Jeunesse di essere uno schema piramidale.
Da allora, due dei casi sono stati chiusi volontariamente, uno risulta pendente (in attesa dell’esito del quarto), e nel quarto i querelanti e la Jeunesse Global avevano raggiunto un accordo che è in attesa di approvazione da parte di un tribunale federale, in Florida.
TINA.org ha di recente sollevato obiezioni a questa soluzione proposta, perché non fornirebbe alcun rilievo significativo ai partecipanti alla class action, danneggiati dalle presunte tattiche ingannevoli di marketing di Jeunesse.
Il reclamo di 123 pagine, presentato in quest’ultima class action, nomina come responsabili la società Jeunesse, tre top manager e tre top distributori, nonché oltre 100 distributori che, secondo le accuse, si sarebbero arricchiti promuovendo e partecipando a un “classico schema piramidale“, che comprendeva fra i vari meccanismi anche accordi sotto-banco, e contratti di distribuzione segreti.
I querelanti, che chiedevano almeno 250 milioni di dollari in danni, hanno inoltre presentato il parere di un esperto economista di parte, che dimostrerebbe come:
“Jeunesse sta attuando uno schema piramidale, mascherato da azienda di network marketing. Qualunque sia il lasso di tempo in cui lo schema viene analizzato, l’analisi indica che la stragrande maggioranza dei partecipanti si troverà in una posizione di perdita economica”.
Ecco quello che devi sapere sul discutibile accordo raggiunto in questo caso:
2 anni: l’accordo di composizione proposto, prevede due forme di aiuto per i distributori Jeunesse falliti, uno dei quali è un obbligo temporaneo imposto a Jeunesse, che durerà per due anni al massimo.
L’obbligo prevede che Jeunesse “avverta” i potenziali distributori, nell’informativa allegata ai contratti di distribuzione, che i distributori più esperti potrebbero ricevere ulteriori incentivi finanziari per l’adesione alla società, diversi da quelli dei distributori “comuni”.
[NOTA: Stiamo parlando del famoso contratto di distribuzione “Gold”, che è un contratto segreto, ma esistente nella maggior parte delle aziende di network marketing da decenni, e che prevede appunto provvigioni, bonus e agevolazioni superiori per quei networker che abbiano già esperienza, e downline consistenti, maturate in altre aziende di network marketing. Nulla di nuovo, è un segreto di Pulcinella, nel nostro settore, anche in Europa].
Oltre a questo, sempre secondo l’accordo, Jeunesse sarebbe tenuta a mantenere lo status quo solo per quanto riguarda le sue politiche aziendali.
Una volta che i due anni siano scaduti, Jeunesse potrebbe tornare a fare ciò che vuole.
5,85 dollari: l’altra forma di risarcimento per i distributori Jeunesse falliti, è un risarcimento finanziario parziale, che è anche inadeguato ai costi sostenuti.
Jeunesse ha infatti proposto la creazione di un conto corrente che servirà a risarcire chi ne facesse richiesta direttamente all’azienda, attraverso una procedura concordata con il tribunale. Ma sono soldi che comunque rimarrebbero nella disponibilità di Jeunesse, e non di un supervisore.
TINA.org sostiene che se se ogni partecipante alla class action avviasse la procedura per ricevere i rimborsi, visto l’esiguo importo disponibile stabilito dall’accordo (ne chiedevano 250 milioni, ne hanno concordati solo 2,5, un centesimo di quanto richiesto), ogni ex distributore riceverebbe al massimo meno di 6 dollari.
In più, date tutte le pratiche burocratiche e gli adempimenti che i querelanti sarebbero tenuti a presentare per ottenere qualsiasi rimborso, o tenuto conto anche delle sole spese di spedizione necessarie per restituire i prodotti non utilizzati, è molto improbabile che la maggior parte dei querelanti decida di richiedere il rimborso.
E in effetti, accusa TINA.ORG, è su questo che Jeunesse conta.
Se meno dell’1,5 percento dei partecipanti richiedesse un risarcimento (e chi spenderebbe almeno 10 dollari, per riceverne meno 6 di rimborso?), e rimanessero 350 mila dollari o più nel conto aperto per l’accordo, dopo che tutte le richieste pervenute siano state pagate, Jeunesse potrebbe rimettere in tasca il resto dei soldi, senza ulteriori obblighi.
200.000: secondo i documenti dell’accordo, ci sono circa 200.000 ex e attuali distributori di Jeunesse che hanno diritto al risarcimento e alla restituzione dei prodotti, secondo quanto stabilito dall’accordo.
A quanto pare il legale dei querelanti pensava che ci fossero molti più distributori attivi di Jeunesse negli Stati Uniti, stando a quanto dichiarato dal Chief Visionary Officer di Jeunesse, Scott Lewis, nel luglio 2016, e che quindi gli scontenti fossero solo una minoranza:
“Quello che amo del nostro sistema è che sappiamo che ci sono oltre 5.000 persone che si uniscono al nostro movimento, ogni singolo giorno”.
Insomma, secondo TINA, i distributori scontenti sarebbero molti di più di quelli che erano stati preventivati in fase di avvio dell’accordo, con conseguente aumento della cifra necessaria per tutti i rimborsi.
2,5 milioni di dollari: entrambe le parti si sono affrettate ad informare che l’accordo varrebbe 2,5 milioni di dollari, ma non è proprio così.
I primi 500 mila dollari verrebbero spesi per pagare i vari costi processuali e burocratici, per la creazione del fondo a favore delle “vittime di Jeunesse“.
850 mila dollari verrebbero usati per pagare gli avvocati dei querelanti (avrebbero voluto incassarne 900 mila, ma hanno lasciato cadere la loro richiesta dopo che TINA.org si è opposta a questa richiesta).
Gli stessi querelanti, avrebbero diritto ad un risarcimento di almeno 3,5 mila dollari a testa. Il che significa che, al massimo, il resto dei distributori coinvolti dovrebbe dividersi i restanti 1,2 milioni di dollari netti.
Mai più: accettando l’accordo, i consumatori che erano già distributori di Jeunesse tra gennaio 2010 e settembre 2018, non potranno citare in giudizio Jeunesse mai più, durante la loro intera esistenza.
Nello specifico, l’accordo prevede che Jeunesse e tutti coloro che sono associati, inclusi tutti i suoi distributori, non possano essere più citati in giudizio né coinvolti in ulteriori azioni legali promosse dagli ex distributori, sia che abbiano effettivamente preso parte a questa class action, sia che abbiano volutamente evitato di farlo.
Significa che se sei un distributore di Jeunesse in USA, e non vuoi prendere parte a questa causa, o non vuoi richiedere il rimborso assecondando questo accordo, non potrai farlo mai più, né ora, né in futuro.
12 studi legali e più di 20 avvocati: quanti studi legali e avvocati ci vogliono per produrre un cattivo accordo? A quanto pare, secondo TINA.org, 12 studi e più di 20 avvocati.
Proprio così, fino ad oggi, 12 studi legali e oltre 20 avvocati hanno partecipato a questa azione legale.
Jeunesse, i suoi co-fondatori, e lo Chief Visionary Officer condividono tutti gli stessi avvocati; e uno dei loro studi legali è entrato anche in veste di difensore dei top distributori Kevin Giguere e Kim Hui.
Hui condivide inoltre un studio legale con il distributore principale Jason Caramanis e la sua società “MLM Mafia“.
L’ex distributore principale, Alex Morton, sembra essere l’unico imputato che non ha condiviso la sua rappresentanza legale con altri imputati, ma probabilmente è perché ha lasciato Jeunesse per iMarketsLive, un altra azienda di network marketing, nell’agosto 2016.
Il parere di BehindMLM sulla vicenda.
[fonte: Jeunesse RICO settlement challenged]
BehindMLM è l’equivalente della nostra GazzettaDiretta in USA. Ecco perchè spesso facciamo riferimento a questo blog indipendente, per avere maggiori informazioni sulle vicende che coinvolgono le aziende di network marketing in USA. Riportiamo quanto da loro scoperto e compreso sulla vicenda.
Attraverso una memoria a titolo di “amicus curiae” depositata il 7 dicembre, Truth in Advertising (TINA) si è opposta all’accordo.
Secondo l’associazione per la difesa dei consumatori, “l’accordo di Jeunesse non fornisce alcun beneficio significativo” alle vittime e permetterebbe a “Jeunesse di proseguire senza problemi nel piano fraudolento che costituisce la base di questo caso”.
TINA ha etichettato come “misero compenso” la proposta di 2,5 milioni di dollari da parte di Jeunesse, e afferma che “inevitabilmente, la maggior parte dei distributori non riceverà nulla“.
Questo si basa, fra le altre cose, sul fatto che un accordo attorno ai 2,5 milioni di dollari non terrebbe conto delle accuse presentate, secondo cui le perdite delle vittime di Jeunesse si aggirerebbero sulle centinaia di milioni di dollari.
La memoria di TINA sostiene inoltre che l’accordo effettivamente “protegge Jeunesse” e gli consente di continuare ad operare senza problemi.
“Il provvedimento ingiuntivo nella soluzione proposta, non affronta gli elementi fondamentali della denuncia dei querelanti, vale a dire che Jeunesse utilizza tattiche di marketing ingannevoli per attirare i consumatori in uno schema illegale in cui sono destinati a fallire.
Il rilievo ingiuntivo proposto non dà altro che l’illusione che le pratiche ingannevoli di marketing e la struttura aziendale di Jeunesse saranno influenzate dalla soluzione proposta”.
Anche se non fa parte della memoria presentata da TINA, è importante notare che l’accordo protegge indirettamente anche gli imputati Jason Caramanis di MLM Mafia e Alex Morton.
MLM Mafia e Caramanis continuano ad affermare come le accuse contro di loro fossero infondate e senza merito, e su questa base si rifiutano di far parte in qualunque compromesso proposto da Jeunesse.
I termini dell’accordo, tuttavia, impongono “una risoluzione dell’intera azione, eliminando così tutte le rivendicazioni nei confronti di tutte le parti”.
Ciò includerebbe le rivendicazioni contro MLM Mafia, Caramanis e Morton.
Un ultimo punto di contesa nella memoria di TINA è il peso delle parcelle legali, che, combinato con il costo di notifica ai membri della class action, mangerà all’incirca il 45% dell’importo di liquidazione di 2,5 milioni di dollari (ovvero oltre 1,12 milioni).
Conclude TINA che “l’accordo di composizione proposto non è di alcun beneficio per i partecipanti della class action”, e chiede al tribunale di “negare l’approvazione della soluzione proposta”.
Da notare che Jeunesse non era rimasta troppo contenta della richiesta di TINA di ottenere il permesso di depositare un “amicus curiae“.
In una opposizione annullata, depositata il 4 dicembre, Jeunesse aveva scritto:
“TINA non è una parte disinteressata in questo contenzioso. TINA ha ripetutamente pubblicato informazioni imprecise riguardanti Jeunesse sul proprio sito Web e attraverso comunicati stampa.
Nell’ottobre 2015, TINA ha presentato un reclamo infondato contro Jeunesse presso la Federal Trade Commission e il Procuratore generale della Florida (nessuno dei quali ha poi agito sulla denuncia).
La difesa non prende posizione sulla richiesta di TINA di presentare una memoria “amicus”.
Le argomentazioni presentate da TINA nella sua mozione e nel suo riassunto, tuttavia, sono di fatto e legalmente errate – proprio come la denuncia di TINA del 2015 alle autorità di regolamentazione e il suo comunicato stampa sull’accordo sono sbagliati”.
È interessante notare come Jeunesse non fornisca alcuna controprova alle affermazioni di TINA.
Invece, vorrebbe far corrispondere alla mancanza di azione da parte della FTC e della Florida, dei presunti errori di valutazione nella denuncia di TINA: due eventi tutt’altro che collegabili.
BehindMLM aveva recensito Jeunesse alla fine del 2015 e ha trovato un focus significativo sull’autoconsumo dei distributori.
Da allora non è cambiato molto, e non abbiamo motivo di credere che Jeunesse stia generando entrate significative attraverso le vendite al dettaglio.
Un altro sviluppo interessante è una memoria del 10 dicembre in opposizione all’accordo, presentata da Helen Xiong.
Xiong ha citato separatamente Jeunesse in una class action in California, presentata ad agosto (la terza, quella che risulta in sospeso).
Nella sua causa, Xiong ha affermato che in pratica i distributori Jeunesse guadagnano provvigioni dal reclutamento, piuttosto che dalle vendite al dettaglio.
Il 28 novembre la causa di Xiong è stata sospesa, in attesa di avere l’esito di questa causa in Florida.
La causa di Xiong riprenderà dopo che sarà pubblicato il giudizio finale su questa.
È importante notare, tuttavia, che, come parte del regolamento nelle cause per schema piramidale in USA, a tutte le vittime Jeunesse che presenteranno un reclamo basandosi sulla causa in Florida, sarà vietato partecipare all’azione collettiva di Xiong in California.
Non siamo sicuro di come tutto questo si svolgerà in questa fase, e di come andrà a finire.
Se vuoi saperne di più su Jeunesse in Italia, ti consigliamo la nostra recensione spietata.