Nonostante i termini dell’accordo preliminare (ne abbiamo parlato qui) apparissero poco soddisfacenti per le “vittime” di Jeunesse, la Corte ha approvato la proposta di accordo presentata dai legali Jeunesse, che sembra soddisfare solo l’azienda e gli avvocati della controparte.
Il 9 gennaio, un’ordinanza del tribunale che ha approvato l’accordo, ha ritenuto che l’accordo fosse “equo, ragionevole, adeguato e nel migliore interesse dei membri”.
Secondo i termini, Jeunesse pagherà 2,5 milioni di dollari alle vittime coinvolte in questa class action.
Si calcola che quasi la metà di tale importo servirà a coprire le spese legali (e quindi, le parcelle degli avvocati).
La class action originale, in Florida, accusava Jeunesse della responsabilità per la perdita degli importi investiti dai suoi distributori nell’ordine di centinaia di milioni di dollari.
Helen Xiong, altra “presunta” vittima di Jeunesse, ha citato separatamente Jeunesse nell’agosto 2018 in una proposta di class action in California.
A novembre, la causa di Xiong era stata sospesa, in attesa dell’esito di questa in Florida.
Come previsto dai termini che regolamentano questo tipo di cause in USA (chiamate RICO, “Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act“), ai partecipanti della class action della Florida sarà vietato di presentarsi come vittime nella causa legale di Xiong.
Per questo, Xiong si è volontariamente esclusa dal pool di vittime della class action della Florida il 26 novembre 2018.
Il 7 dicembre, una memoria a titolo di “amicus curiae” era stata presentata dall’associazione per la tutela dei consumatori Truth in Advertising (TINA), per opporsi all’accordo.
Ma è stata respinta dalla corte, che ha appunto giudicato “equo, ragionevole e adeguato” l’accordo, date le circostanze.
In pratica, la corte ha ritenuto erroneamente che ogni effettiva vittima di Jeunesse avesse già presentato un reclamo, nel frattempo che venivano discussi i termini dell’accordo, cosa che ovviamente non è avvenuta.
Il perchè lo abbiamo visto nel precedente articolo.
Come da ordine del 9 gennaio, le parti coinvolte hanno l’ordine di applicare senza indugio tutti gli obblighi stabiliti nell’accordo, in conformità con i termini e le condizioni stabilite.
Helen Xiong, nel frattempo, ha presentato ricorso in appello.
Vedremo come andrà a finire.
Se vuoi saperne di più su Jeunesse in Italia, ti consigliamo la nostra recensione.
[Fonte: BehindMLM]