Herbalife: 20 milioni di multa per la “truffa cinese”.

A seguito di un’indagine sulle attività in Cina di Herbalife, l’Antitrust Statunitense ha accertato come la compagnia utilizzi anche in Cina il piano provvigioni applicato negli altri Paesi in cui opera, basato sul network marketing.

Ma la stessa Herbalife rivela nella propria documentazione fornita all’antitrust che:

“In Cina, mentre la vendita diretta è consentita, il network marketing non lo è”.

Quindi Herbalife che utilizza il suo piano di compensazione basato sul network marketing in Cina, è stata ritenuta non conforme, per lo meno per le leggi locali.

Anche se l’autorità antitrust statunitense non può punire le azioni illecite al di fuori degli Stati Uniti, il fatto costituisce reato anche negli Stati Uniti, se Herbalife dichiara nei documenti riservati ai suoi azionisti di “aderire alle leggi cinesi”, come risulta dalle sue indagini.

In particolare, Herbalife dichiara che:

“Il nostro modello di business in Cina differisce da quello utilizzato in altri paesi”

e

“a causa delle restrizioni alla vendita diretta in Cina, i nostri distributori indipendenti in Cina sono pagati con commissioni di servizio, anziché con provvigioni dirette indirette previste dal nostro programma di marketing tradizionale.

L’inchiesta dell’Antitrust ha rivelato che, a differenza di quanto affermato, a proposito del calcolo delle commissioni per i suoi distributori cinesi:

“Herbalife calcolava la retribuzione dei distributori idonei, utilizzando il suo sistema di calcolo mondiale, che si basa sugli acquisti effettuati in downline, e in quasi tutti i casi, la retribuzione effettiva dei singoli distributori era quasi la stessa degli importi calcolabili nel sistema di calcolo globale utilizzato da Herbalife”.

Questo, come sostiene la SEC, significa che Herbalife avrebbe:

“pubblicato dichiarazioni false e fuorvianti in numerosi documenti normativi statunitensi riguardanti il suo modello di business in Cina e, come conseguenza, ha ingannato e privato gli investitori di informazioni per valutare appieno i rischi relativi al sistema di compensazione di Herbalife secondo la legislazione cinese”.

E non si tratterebbe nemmeno di una “prima volta”.

A quanto pare, Herbalife sembra aver mentito sulle sue operazioni in Cina nelle notifiche pubbliche sin dal febbraio 2012.

La Commissione di vigilanza sostiene che Herbalife abbia violato le leggi statunitensi in materia di investimenti e che la società sia stata costretta ad un “cessa e desisti”.

Come risposta, e in attesa di essere processata in tribunale, Herbalife ha acconsentito a una multa amministrativa di 20 milioni di dollari.

Resta da vedere se le autorità locali intraprenderanno azioni contro Herbalife che opera illegalmente in Cina.

Si potrebbe anche supporre che questo implichi per Herbalife il non poter continuare a gestire un’opportunità di network marketing in Cina.

Almeno non finché non troveranno un’altra scappatoia convincente per convincere gli investitori e la SEC, per altri sette anni e più.

Fonte: BehindMLM.com

Puoi leggere come si è evoluta la situazione, su questo articolo:

Dopo i guai in Cina, Jeunesse sarebbe in vendita?

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.